Caratteristiche:
L’infarto del miocardio è la necrosi del tessuto cardiaco causata da un’interruzione o diminuzione dell’irrorazione sanguigna arteriosa. L’occlusione trombotica delle arterie costituenti la circolazione coronarica (arterie coronarie che nascono dalla radice dell’aorta) costituisce la causa principale, ma non l’unica d’infarto: altre cause sono rappresentate da : spasmo coronario (ad esempio abuso di cocaina), malattie infiammatorie (come LES, rigetto da trapianto cardiaco, aortiti).
L’infarto del miocardio affligge prevalentemente i maschi (con fattore 4 a1 ) tra i 40 e i 60 anni di vita. Il fattore di rischio per le donne aumenta con la menopausa, arrivando al livello di quello maschile dopo i 50-60 anni. I fattori di rischio sono l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, il fumo, l’obesità e ipercolesterolemia.
Sintomi:
Il dolore è il sintomo più comune; talvolta è così intenso da essere descritto come il peggior dolore mai provato. Dal punto di vista qualitativo è simile a quello dell’angina pectoris, ma di solito è più intenso e prolungato spesso accompagnato da nausea e sudorazione profusa. Abitualmente interessa la regione precordiale (regione mammaria sinistra) ed in alcuni casi si irradia alle braccia. Altre zone meno comuni di irradiazione sono il collo, la mandibola, l’addome, il dorso. Non si irradia mai al di sotto dell’ombelico. Spesso è accompagnato da astenia (riduzione della forza muscolare che porta a movimenti eseguiti con lentezza e con poca energia), sudorazioni , nausea, vomito, tremori e soprattutto ansietà: un paziente con un infarto non è mai tranquillo.
Anche se i dolore è il sintomo più frequente, nel 25% dei casi non è presente
Diagnosi:
La diagnosi di infarto miocardico acuto non è solo elettrocardiografia, è importante anche l’aspetto clinico e i marker sierologici, infatti in seguito all’infarto viene rilasciata nel sangue una gran quantità di proteine dai tessuti muscolari necrotici denominate marker cardiaci serici (Creatinfosfatochinasi, TroponinaT, Mioglobina)
Esiste anche un aumento dei globuli bianchi 2 ore dopo un infarto, la VES rimane generalmente normale per 1 o 2 giorni con un picco al quinto giorno e rimane elevata per settimane
Terapia:
Il trattamento immediato , o sintomatico, è volto a ridurre il dolore e a prevenire l’estensione della lesione cardiaca (terapia con ossigeno, morfina, aspirina). Nella seconda fase rientrano trattamenti successivi ma volti a risolvere il trombo attraverso farmaci trombolitici che ripristinano il flusso di sangue nelle coronarie. Essa va effettuata quanto più precocemente possibile, possibilmente entro un’ora e non oltre le 12 ore dall’insorgenza dei sintomi.
Attualmente esistono altre strategie di rivascolarizzazione miocardia più invasive ma più efficaci. L’esame coronarografico e il successivo trattamento delle stenosi coronariche tramite angioplastica sono ad oggi le terapie di elezione per i pazienti con infarto miocardico. L’esame coronarografico fornisce anche informazioni anatomiche importanti per il successivo intervento di bypass aorto coronario ( creazione di un nuovo percorso per il flusso ematico del cuore)
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