Caratteristiche:
L’Anemia mediterranea o Talassemia è una malattia ereditaria che è dovuta alla sequenza anomala di una delle catene dell’emoglobina, una proteina situata all’interno del globulo rosso e che ha il compito di trasportare l’ossigeno.
L’emoglobina è composta da 4 catene, uguali a due a due; in un individuo adulto il 96% dell’emoglobina è composta da catene alfa e catene beta, il 3% da catene alfa e catene delta, il restante 1% da catene alfa e catene gamma.
Esistono tre tipi di Talassemia chiamate alfa-Talassemia, beta-Talassemia e delta-beta-Talassemia a seconda se il difetto sia appunto a carico delle catene alfa, beta o delta e beta.
Le Taleassemie sono malattie recessive; gli omozigoti sono soggetti a crisi dovute alla menomata funzione dei globuli rossi, che sono più piccoli di quelli normali ed hanno una membrana leggermente deformata. L’eterozigosi pere la beta-Talasssemia è conosciuta in Italia e in altri paesi col nome di Microcitemia.
La patologia deve il suo nome alla particolare diffusione nei paesi mediterranei spiegabile con la scoperta che i portatori della malattia godono di un buon grado di immunità contro la malaria, che una volta era molto diffusa in queste zone, grazie al fatto che i loro globuli rossi hanno una vita più breve del normale e quindi rendono più difficile il completamento del ciclo riproduttivo del plasmodio della malaria.
I geni che codificano per la catena alfa sono sul cromosoma 16, e sono in numero di due per ogni cromosoma 16. Ogni individuo ha quindi quattro copie di geni per la catena alfa. La gravità della malattia è dovuta a quante di queste copie sono difettose o più spesso del tutto mancanti. La mancanza di tutte e quattro le copie porta ad una condizione non compatibile con la vita ed alla morte del feto.
Nella beta talassemia (anche chiamata morbo di Cooley) il difetto è invece a carico della catena beta, il cui gene è sul cromosoma 11. Anche per la beta talassemia il difetto può portare a diversi quadri clinici: una semplice diminuzione nella produzione della catena beta caratterizza lo stadio del portatore sano, un difetto maggiore porta alla condizione di “Talassemia intermedia”, mentre una mancanza totale di proteina configura la condizione di “Talassemia major”.
La Talassemia major è la condizione più grave: la malattia si manifesta in genere dopo pochi mesi di vita, e rende necessarie continue trasfusioni di sangue che devono essere effettuate ogni circa 15-30 giorni e per tutta la vita del soggetto. L’unica terapia curativa è il trapianto di midollo osseo, che sostituisce le cellule portatrici del difetto genetico con le cellule del donatore sano. Il trapianto di midollo osseo comporta dei rischi; infatti nel periodo prima dell’innesto del trapianto il malato deve essere sottoposto a chemioterapia, e in ogni fase del trapianto (che dura circa 1 anno) esiste un rischio di morte, il che porta alcuni talassemici a rinunciare ad intraprendere questa strada
Sintomi:
Le alfa- talassemie: I portatori silenti (alterazione in una sola copia del gene afa globinico) della talassemia alfa non mostrano nessun sintomo mentre il portatore classico (due geni alfa globinici alterati) ha un volume ridotto dei globuli rossi (microcitosi) e la riduzione della quantità di emoglobina contenuta nei globuli rossi (riduzione del contenuto emoglobinico corpuscolare o MCH)
La mancanza totale del gene alfa globinico porta da una grave situazione spesso fatale per il feto durante la gravidanza o subito dopo la nascita; tuttavia i neonati trasfusi dalla nascita in modo regolare hanno una sopravvivenza analoga a quelli affetti da talassemia major.
Diagnosi:
Oltre ai sintomi, il medico baserà la sua diagnosi su una serie di esami che comprendono la determinazione della quantità e del tipo di emoglobine presenti, e del numero e del volume di globuli rossi. L’elettroforesi è una tecnica molto usata nei laboratori per l’analisi delle proteine. In questo caso viene usata per identificare i diversi tipi di emoglobine presenti nel sangue.
Nella beta talassemia major, oltre ai dati ematici, i segni tipici sono pallore, ittero, grave anemia, abbiamo inoltre caratteristiche deformazioni del cranio rilevabili in radiografia ed anche delle ossa lunghe (femore).
Le talassemie minor invece vengono il più delle volte diagnosticate incidentalmente, cioè perché si esegue un test di routine e viene riscontrata una debole anemia non riconducibile ad altre cause, oppure perché è nota la familiarità e quindi si procede ad analisi mirate.
Terapia:
Se la talassemia maior non viene trattata l’ingrossamento di fegato e milza aumenta, le ossa diventano pericolosamente fragili e soprattutto si ha la dilatazione del muscolo cardiaco. Il danno a carico di fegato e milza compromettono le difese immunitarie ragion per cui le malattie infettive e l’insufficienza cardiaca sono le principali cause di morte tra i malati non trattati.
La terapia classica per la Talassemia major consiste in ripetute trasfusioni. Queste, però, provocano un accumulo di ferro nel sangue che bisogna eliminare con una terapia a base di farmaci detti chelanti, che sequestrano ed eliminano il ferro.
Per la talassemia intermedia il trattamento è sintomatico e le trasfusioni non sono necessarie
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