mercoledì 28 maggio 2008

APPENDICITE

Generalità: Malattia infiammatoria acuta, ricorrente o cronica dell’appendice cecale. Il disturbo è più frequente nei soggetti di sesso maschile, di età compresa tra i 10 e i 30 anni. L’appendice, per la ricchezza di tessuto linfatico e per la ristrettezza del diametro interno, può facilmente essere ostruita, ulcerarsi e venire rapidamente invasa dai batteri intestinali. Si distinguono varie forme di appendicite acuta. Nella variante catarrale l’organo appare ancora integro, benché sia arrossato e rigonfio; in seguito il processo infiammatorio può guarire o evolvere verso l’appendicite flemmonosa, in cui il pus infiltra diffusamente i tessuti, potendo anche causare una peritonite circoscritta. La forma più grave, o appendicite gangrenosa, è caratterizzata da necrosi dell’appendice, con formazione di una massa palpabile anche dall’esterno; l’organo si può perforare, determinando una peritonite acuta diffusa.
I pazienti, nelle fasi iniziali, lamentano vaghi disturbi addominali e lieve malessere; in seguito il dolore si fa più intenso e si localizza al quadrante inferiore destro dell’addome, compare la febbre, accompagnata da nausea, vomito, diarrea o stitichezza; nelle forme più gravi l’addome diventa contratto, le condizioni generali peggiorano e si può giungere allo shock
L’appendicite cronica e quella ricorrente danno disturbi meno precisi e mal classificabili.
La terapia è di tipo chirurgico nelle forme acute, mentre nelle forme più gravi è necessario somministrare per qualche giorno antibiotici prima di procedere all’intervento. In casi selezionati, è possibile effettuare l'intervento per via laparoscopica. Non vanno assunti antidolorifici e antispastici, che potrebbero rendere più difficile una diagnosi corretta. Nelle forme più lievi e nelle varianti croniche, se la dieta e una corretta terapia antibatterica non danno risultati, è preferibile il ricorso alla terapia chirurgica.

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