domenica 18 maggio 2008

Ictus

Caratteristiche:
Detto anche colpo. I termini utilizzati per definire questa patologia rispecchiano la storia della medicina, si passa dal greco apoplessi, al latino ictus, all’inglese stroke, che significano tutti allo stesso modo “colpo”. Un termine italiano è “accidente cerebrovascolare”, che rientra nell’ambito delle sindromi vascolari acute, tra cui annoveriamo anche il TIA o attacco ischemico transitorio e l’emorragia cerebrale.
Secondo la definizione dell’OMS l’ictus è l’improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 oree ad esito infausto. L’ictus è un’emergenza medica e deve essere prontamente diagnosticato e trattato in un ospedale per l’elevato rischio di disabilità e di morte che esso comporta. La definizione di ictus comprende l’ictus ischemico, più frequente, e l’ictus emorragico, nel 15% dei casi
Ictus ischemico:
E’ una condizione caratterizzata dall’occlusione di un vaso (ischemia) a causa di una trombosi (formazione di un coagulo all’interno di un vaso sanguigno che ne ostruisce il lume) o di un’embolia ( ostruzione di un’arteria o di una vena con un corpo estraneo, detto embolo, che può essere un coagulo, una bolla d’aria, o altro) o, meno frequentemente, da un’improvvisa e greve riduzione della pressione del circolo ematico.
Ictus emorragico
O emorragia intracerebrale primaria, è una condizione determinata dalla presenza di un’emorragia intracerebrale non traumatica. L’emorragia è più frequentemente causata dall’ipertensione arteriosa
Ogni anno si verificano in Italia circa 196.000 casi di ictus, di cui il 20% è costituito da recidive. L’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, causando il 10-12% di tutti i decessi per anno, rappresenta la principale causa d’invalidità e la seconda causa di demenza. L’incidenza dell’ictus aumenta progressivamente con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantacinquenni
 
Fattori di rischio e prevenzione primaria:
Molti fattori aumentano il rischio di ictus, alcuni di questi non possono essere modificati, principalmente l’età; altri fattori possono essere modificati con misure non farmacologiche o farmacologiche. Alcuni fattori fattori di rischio ben documentati sono: ipertensione arteriosa, alcune cardiopatie, diabete mellito, fumo di sigaretta, eccessivo consumo di alcool, ridotta attività fisica.
La prevenzione primaria per tutti, ma specialmente per le persone a rischio, si basa su un’educazione a stili di vita adeguati. La cessazione del fumo, svolgere una regolare attività fisica, meglio un’attività di tipo graduale di lieve intensità, di tipo aerobio (passeggiata a passo spedito) è indicata nella maggior parte dei giorni della settimana, preferibilmente ogni giorno. Mantenere un peso corporeo salutare, controllando l’apporto di grassi e dolciumi ed aumentando il consumo di frutta e verdura. Ridurre l’apporto di sale nella dieta , preferire i grassi vegetali a quelli animali ed utilizzarli preferibilmente a crudo. Mangiare pesce 2-3 volte a settimana, mangiare molta verdura e frutta e con regolarità cereali integrali e legumi.
Accanto a queste azioni preventive è previsto anche un trattamento medico che può ridurre il rischio di ictus.
Sintomi:
Quando si è colpiti da ictus improvvisamente compaiono varie combinazioni di questi disturbi: non si riesce a parlare nel modo corretto; perdere la forza in metà corpo; sentire de formicolii o perdere la sensibilità in metà corpo; non vedere bene in una metà del campo visivo; altri sintomi possono essere la maldestrezza, l’assenza di equilibrio e le vertigini; le emorragie più gravi si annunciano con un improvviso mal di testa (cefalea) che sembra un colpo di pugnale alla nuca.
L’ictus è una malattia grave e in alcuni casi non si supera la fase acuta e si muore durante le prime settimane. In altri casi si può avere un miglioramento una volta superata la fase acuta, in questo caso accade che le cellule lesionate in modo reversibile possono riprendere a funzionare. Inoltre nelle fasi acute dell’ictus, intorno alle aree lese il cervello si gonfia per effetto dell’edema. Quando l’edema si riduce il funzionamento delle aree sane riprende regolarmente. Infine altre aree sane dl cervello possono sostituire le funzioni di quelle lesionate. Le possibilità di recupero variano in relazione all’estensione della lesione e alla particolarità della zona colpita.. Gli effetti dell’ictus variano molto nelle diverse persone: alcune sperimentano solo disturbi lievi, altri invece portano gravi segni della malattia per mesi o per anni.
 Diagnosi:
All’ingresso in ospedale vengono di solito svolti i seguenti esami: radiografia al torace, elettrocardiogramma, esami ematochimici (emocromo con piastrine, glicemia, elettroliti serici, creatinemia, azoto ureico, proteine totali, bilirubina, transaminasi, tempo di protrombina). Si esegue una tomografia computerizzata cerebrale (TAC). Nei pazienti con ictus in fase subacuta, la RM (risonanza magnetica) presenta dei vantaggi rispetto alla TAC in quanto permette di riconoscere infarti anche di piccole dimensioni

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